giovedì 10 febbraio 2011

PREFAZIONE

R O M A N Z O  “I L  S I L E N Z I O”
Prefazione a cura di
Leonardo Tartaglione (Poeta e Scrittore)


         
         Francesca Draisci è una giovanissima studentessa di 14 anni che, animata da molteplici interessi culturali, si applica con impegno e passione nei diversi campi del sapere e che ha già ottenuto importanti successi, come il I posto alle Olimpiadi di matematica a Foggia e un buon piazzamento a quelle svolte alla Bocconi di Milano.
          Adesso esordisce nella Narrativa con questo bel romanzo “Il Silenzio”, un lungo racconto che, pur con i suoi limiti, si legge volentieri e fin da principio si rivela interessante nel contenuto, semplice e scorrevole nella forma.
          “Il Silenzio” è la storia di Lara, una ragazza che vive con inquietudine gli anni della sua adolescenza vicino ad un padre che pensa soltanto al suo lavoro e ai suoi affari, che la trascura, non la capisce e non le dedica neppure un po’ di affetto e di conforto che possano aiutarla a superare il dolore e la tristezza di essere rimasta da piccola, solo a sei anni, orfana di madre.
          Il mistero che avvolge la morte della mamma, la scoperta della verità e il deprimente, malinconico stato d’animo per l’odioso comportamento del padre rappresentano i punti focali di tutto l’impasto narrativo della vicenda, sono quasi certamente, tra i tanti, i momenti più forti e più delicati del romanzo, quelli che, con una serie di flashback, di apprezzabile spessore psicologico, rimbalzano spesso nella mente e nel cuore della ragazza e che segnano il suo difficile cammino, fatto di ricordi, di amarezze, di riflessioni, sempre alla ricerca di risposte ai suoi perché, sempre alla ricerca di un affetto paterno che manca e che non si manifesta mai.
          L’ unico affetto di madre lo trova nella sua governante Iris e l’autrice lo dice e lo mette bene in evidenza quando scrive “… in questo periodo in cui aveva un forte bisogno della madre o di una figura femminile, si rivolgeva solo ed elusivamente a Iris, con cui aveva un bellissimo rapporto”.
          Anche la sua amica Bea e la madre di questa le vogliono bene, ma a Lara non basta per uscire fuori dal tunnel della sofferenza, uno stato d’animo che la rende irrequieta, fragile, e la spinge a tuffarsi con le sue incertezze in alcune brevi avventure amorose che le procureranno altre delusioni.
          Soltanto quando incontrerà e sposerà l’uomo della sua vita e assaporerà la gioia di essere diventata mamma di una bella bambina, soltanto allora avrà la sensazione di sentirsi meglio, quasi la certezza di poter vivere una vita normale, tranquilla e che poi, invece, rischia di mettere in pericolo quando con estrema leggerezza tradisce la fiducia di suo marito.
          A questo punto la consapevolezza, per Lara, di aver ricevuto dei grossi torti, ma di averne fatto alche Lei agli altri. Solo adesso si rende conto che, più del padre, sono stati il suo dolore e la sua tristezza il vero ostacolo che le impediva di essere se stessa.
          Alla luce di tutto questo, l’unica carta che Lara sceglie di giocare è quella del silenzio, una scelta che ognuno di noi potrà valutare giusta o sbagliata, se è da rifiutare in nome di una ferrea, impietosa legge morale o da accettare in nome della solidarietà e del perdono.
          Comunque sia, se la protagonista del romanzo usa la carta del silenzio per difendere la famiglia, il matrimonio e il suo diritto alla felicità, noi ci auguriamo che la nostra brava e giovanissima autrice di questo racconto usi la carta del fermo proposito di dare, con più consistenza, voce e corpo alle sue potenziali, evidenti capacità di scrittrice e di offrirci opere letterarie sempre più belle e avvincenti, in modo da vederla entrare con successo e con umiltà e saggezza nel meraviglioso mondo della Letteratura.
          Con questo augurio, che conclude la mia modesta prefazione, mi piace congedarmi dalla cara e brava Francesca Draisci che ha ancora molta strada da fare, sapendo che i dovuti meriti si acquisiscono in campo, anche se gradualmente e con la prospettiva di continui miglioramenti.
          Ai lettori il compito di esprimere un giudizio sulla validità di quest’opera, un giudizio, speriamo positivo come il mio, che sia anche e soprattutto  per l’autrice un attestato di fiducia e di sprono a continuare in meglio su questa strada.